#Atlas of Transitions#Home. Dorothee Munyaneza e Fatoumata Bagayoko

Published: April 14, 2019, 3:28 p.m.

b'Dall\'1 al 10 marzo a Bologna si \\xe8 svolta la seconda edizione di Atlas of Transitions, un festival, una biennale, ricca di performance, pratiche discorsive, esperienze corporee collettive, incontri, film concerti a cui abbiamo partecipato come media partner. Un festival sulle trasformazioni culturali legate al fenomeno migratorio, sperimentando modelli di reciprocit\\xe0 tra culture diverse, tra cittadini europei e nuovi arrivati. Il grande tema di quest\'anno era Homa, la casa e in questa prospettiva il festival ha ospitato artiste provenienti da Costa D\'Avorio, Mali, Estoni, Ruanda, Siria, Palestina, Cuba e ha indagato il confine tra arte e attivismo.
Noi abbiamo assistito a due spettacoli diversi ma di eguale intensit\\xe0 e corattio. "Samedi Det\\xe8nte" di Doroth\\xe9e Munyaneza e "Fatou t\'as tout fair" di Fatoumata Bagayoko.
Doroth\\xe9e Munyaneza \\xe8 cantante, coreografa e autrice ruandese, residente a Marsiglia. Interessata a investigare le cicatrici della storia, si \\xe8 occupata del genocidio tutsi, della violenza di genere, della disuguaglianza razziale. \\xab\\xa0Samedi D\\xe9tente\\xa0\\xbb\\xa0il titolo di un popolare programma radiofonico che Doroth\\xe9e Munyaneza ascoltava in Ruanda da bambina, prima che il genocidio devastasse il paese. I fantasmi che la abitano da allora rivendicano il diritto di manifestarsi. Ma com\\u2019\\xe8 possibile raccontare lo sterminio di 800.000 persone compiuto in soli 100 giorni? Come il dolore della bambina di fronte alla cieca violenza pu\\xf2 dialogare con lo sguardo della donna che ricorda da un porto sicuro? Quali parole sanno farsi carico della condizione di essere stati testimoni oculari?\\u2028In un lavoro poetico, capace di mescolare ricerca acustica, narrazione e presenza corporea, Munyaneza attraversa una storia, la sua, che non pu\\xf2 contenere se non a costo di prenderla di mira, inseguendo i tracciati della propria memoria localizzati nello spazio e nel tempo.
Altro genere, altra storia quella narrata da Fatoumata Bagayoko. Nel suo spettacolo l\\u2019artista ha deciso di raccontare un evento a cui ha assistito pi\\xf9 volte che sarebbe la sua mutilazione genitale in Mali in lingua bambara usando danze tradizionali dell\\u2019Africa, infatti lei rivendica il diritto di lottare contro questa tradizione, l\\u2019escissione, ma mantenendo anche altre tradizioni come la danza africana appunto. Uno spettacolo intenso e toccante, un assolo che diventa quasi un eco di tutte le voci e i corpi femminili che hanno subito questa pratica radicata in un territorio che sempre pi\\xf9 vede le donne prenderne coscienza per superarla.
Abbiamo incontrato le due artiste dopo il loro spettacolo e le abbiamo intervistate per voi. Buon Ascolto!'