Vegliate!

Published: Jan. 31, 2020, 5:55 a.m.

In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore  e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.  Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Ora imparate dal fico questa similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.  In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute.  Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre. State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà quel momento. È come un uomo che si è messo in viaggio, dopo aver lasciato la sua casa, dandone la responsabilità ai suoi servi, a ciascuno il proprio compito, e comandando al portinaio di vegliare. Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina; perché, venendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quel che dico a voi, lo dico a tutti: "Vegliate"». (Marco 13:24-37- La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Generazioni di teologi e interpreti della bibbia si sono arrovellati nel corso dei secoli su questo capitolo del vangelo di Marco e sui paralleli nei vangeli di Matteo e Luca, arrivando spesso a conclusioni ben diverse. C'è chi in questo discorso di Gesù ha visto solo avvenimenti già realizzati nel primo secolo, chi ha visto solo avvenimenti futuri e chi ha assunto delle posizioni intermedie. D'altra parte dobbiamo riconoscere che non si tratta di un brano semplice se lo si legge alla luce del resto della scrittura e anche io ho dovuto fare delle assunzioni. Non pretendo ovviamente che siano le migliori ma, come vedremo, sono convinto che la vera importanza di questo capitolo stia nelle conclusioni che Gesù stesso ne ha tratto, conclusioni valide per ogni cristiano che ami il Signore indipendentemente dalle sue convinzioni riguardanti gli avvenimenti legati alla fine dei tempi. Riassumendo, nei due episodi precedenti abbiamo visto che Gesù aveva messo in guardia i suoi discepoli per prepararli ad affrontare la caduta del tempio che sarebbe poi avvenuta nel 70 d.c. ma li aveva avvertiti anche sul fatto che quella non sarebbe stata la fine dell'età presente, ma solo un principio di dolori. Come abbiamo visto, Gesù si riferì poi a ciò di cui aveva parlato il profeta Daniele (Da 11:31, 12:11) circa la profanazione del tempio che, come già era accaduto ai tempi di Antioco Epifane, era stato in effetti profanato dagli Zeloti negli anni che precedettero la sua distruzione da parte dei Romani. Il popolo di Israele non si è mai davvero ripreso dalla distruzione del 70 d.c. come dimostra la persecuzione subita nei secoli e come dimostra anche la situazione attuale con il tempio che giace  distrutto in Gerusalemme in un'area dove la tensione è sempre ai massimi livelli. Molti si aspettano che le cose possano precipitare al punto da avere l'ultima grande tribolazione finale che porterà al ritorno di Gesù. Questo ha senso anche alla luce di Daniele 12:1-2, che parla della salvezza di Israele e di risurrezione che segue la grande tribolazione, e alla luce di Zaccaria 12-14 che descrive un periodo di angoscia, di ritorno al Signore che è stato trafitto (Zc 12:10) e di liberazione da parte del Signore stesso (Zc 14:2-4) In effetti Gesù collegò il periodo di tribolazione finale a segni di distruzione che precederanno la sua venuta.  Il linguaggio usato, che si riferisce al sole e alla luna che vengono oscurati e agli astri che cadono dal cielo,