Un servizio prezioso

Published: Jan. 10, 2019, 6:55 a.m.

Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi a vicenda. Ma vi ho scritto un po' arditamente su alcuni punti, per ricordarveli di nuovo, a motivo della grazia che mi è stata fatta da Dio, di essere un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri, esercitando il sacro servizio del vangelo di Dio, affinché gli stranieri diventino un'offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo. Ho dunque di che vantarmi in Cristo Gesù, per quel che concerne le cose di Dio.  Non oserei infatti parlare di cose che Cristo non avesse operato per mio mezzo allo scopo di condurre i pagani all'ubbidienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito Santo. Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria ho predicato dappertutto il vangelo di Cristo, avendo l'ambizione di predicare il vangelo là dove non era ancora stato portato il nome di Cristo, per non costruire sul fondamento altrui, ma com'è scritto: «Coloro ai quali nulla era stato annunciato di lui, lo vedranno; e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno». (Romani 15:14-21 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Romani È sempre difficile dare dei consigli a qualcuno se non siamo sicuri che siano graditi dal nostro interlocutore.  Diventa ancora più difficile se siamo costretti a dire cose che potrebbero urtare l'altro. Se ci pensiamo bene, la posizione dell'apostolo Paolo nello scrivere questa lettera non era molto facile. Infatti egli stava scrivendo ad una comunità che lui non aveva fondato e aveva trattato dei temi non particolarmente semplici, mettendo in luce le difficoltà di relazione tra Giudei e stranieri nella comunità di Roma. Qualcuno di tale comunità avrebbe potuto chiedersi: "Ma cosa pretende da noi Paolo? Come si permette? non è neanche il fondatore della nostra comunità." L'apostolo Paolo tenne conto di queste possibili obiezioni, dimostrando molta sensibilità. Fin dal principio della lettera, introducendo il suo desiderio di visitare i credenti di Roma,  Paolo si pone in maniera molto umile nei confronti della comunità: Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. (Ro 1:11-12) Egli si presenta come qualcuno che ha qualcosa da dare ma si aspetta anche di ricevere da loro. Non si pone sopra di loro ma come loro pari, come qualcuno che condivideva la stessa fede. Poi la lettera è proseguita ed egli, guidato dallo Spirito Santo, ha dovuto toccare temi non semplici, con un tono che a tratti era stato anche energico. A questo punto, andando verso la conclusione, Paolo sente il bisogno  di spiegare con molta franchezza perché ha agito in questo modo permettendosi di scrivere "arditamente su alcuni punti" a credenti che egli nemmeno conosceva di persona. Non lo ha fatto perché li riteneva ignoranti o incapaci di ammonirsi a vicenda, né per innalzarsi su di loro, ma lo ha fatto semplicemente per onorare il servizio che Dio nella sua grazia gli ha affidato, quello di essere "un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri". A questo proposito è molto bella l'immagine con cui  Paolo descrive il proprio servizio prezioso paragonandolo al servizio sacro che i sacerdoti svolgevano nel tempio offrendo sacrifici a Dio.  La sua offerta però consisteva nel portare a Dio molti stranieri che si erano convertiti, diventando appunto un'offerta gradita a Dio. Ma come potevano gli stranieri diventare santi, diventare graditi a Dio, preziosi ai suoi occhi? Ovviamente abbandonando l'idolatria ed essendo trasformati dallo Spirito Santo. E come potevano ricevere lo Spirito Santo? Ascoltando il vangelo, la buona notizia inerente Gesù il Messia. Ed è proprio questo il servizio prezioso che Paolo svolgeva per condurre i pagani dagli idoli a Dio,