Un mucchio di spazzatura

Published: May 20, 2019, 5:55 a.m.

Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore.Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi.Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare; perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne; benché io avessi motivo di confidarmi anche nella carne. Se qualcun altro pensa di aver motivo di confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l'ottavo giorno, della razza d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo figlio d'Ebrei; quanto alla legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.  Ma ciò che per me era un guadagno, l'ho considerato come un danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia un danno di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede. Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti. (Filippesi 3:1-11- La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Filippesi A volte i cristiani, durante la loro vita, per sentirsi più spirituali o superiori ad altri, rincorrono insegnamenti che sembrano più profondi, ambiscono a esperienze che possono dare un significato nuovo alla loro vita. In realtà tutto diventa insignificante se lo confrontiamo con la gioia della salvezza in Cristo. Se abbiamo Cristo nella nostra vita, abbiamo già tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Infatti, se siamo cristiani, qual'è la fonte della nostra gioia, se non il Signore Gesù e la sua opera per noi? Ecco perché Paolo invitò i Filippesi a rallegrarsi esclusivamente nel Signore! Egli non si stancava di riportare continuamente l'attenzione dei suoi interlocutori su Gesù, l'unica realtà che contava davvero. I Filippesi non avevano bisogno di novità per rassicurare la propria anima, ma avevano bisogno di crescere sempre di più nel loro rapporto con Gesù. Leggendo anche altre lettere di Paolo, ad esempio quella scritta ai Galati, apprendiamo che inizialmente all'interno della comunità cristiana, gravavano sugli stranieri delle pressioni da parte della componente ebraica della comunità per imporre la circoncisione come segno di appartenenza al popolo di Dio. L'apostolo Paolo manifestò sempre apertamente il suo dissenso verso questo modo di pensare che, sostanzialmente, obbligava gli stranieri a diventare parte del popolo di Israele, negando quindi che la salvezza era stata già offerta a tutti, ebrei e gentili! Paolo in questo brano utilizza parole molto dure verso chi portava avanti queste idee. Addirittura egli utilizzò la parola "cani" per indicare coloro che predicavano la circoncisione tra gli stranieri. Si tratta di una chiara provocazione visto che tale parola veniva normalmente utilizzata dagli Ebrei per designare gli stranieri pagani (si veda anche Mt 15:26).  Egli utilizzò anche la parola "mutilare" in modo provocatorio per riferirsi proprio alla circoncisione. L'intento di Paolo non era quello di offenderli usando queste parole ma piuttosto di farli riflettere in maniera profonda sull'insensatezza del proprio operato. Infatti continuare a proporre la circoncisione agli stranieri significava negare la "vera circoncisione", quella che Dio aveva operato nel cuore di tutti coloro che erano nati di nuovo attraverso l'opera dello Spirito Santo in loro, sia ebrei che stranieri, i quali potevano adorare Dio con sincerità vantandosi esclusivamente dell'oper...