Sei davvero forte?

Published: Dec. 20, 2018, 6:55 a.m.

Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione. Infatti anche Cristo non compiacque a se stesso; ma come è scritto: «Gli insulti di quelli che ti oltraggiano sono caduti sopra di me». Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza. Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo animo e d'una stessa bocca glorifichiate Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio. (Romani 15:1-7 - La Bibbia)Indice della serie sulla Lettera ai Romani Chi è davvero forte nella fede non sente il bisogno di trattare gli altri con sufficienza facendoli sentire deboli. L'esperienza mi ha mostrato che chi si comporta in questo modo, pur non rendendosi conto, è davvero il più debole di tutti. L'apostolo Paolo, proprio riferendosi a coloro che si sentivano forti, con una certa ironia li invita a dimostrare la loro forza sopportando le debolezze dei deboli. Colui che è veramente forte va incontro alle esigenze dell'altro piuttosto che assecondare le proprie. Colui che è veramente forte non cerca lo scontro, non cerca di provocare l'altro sminuendo le sue convinzioni con dileggio, ma cerca il dialogo, cerca di comprendere l'altro e di spiegare la propria posizione cercando di aiutarlo a comprendere. Ho conosciuto persone che hanno delle ottime convinzioni,  che potrei definire "bibliche" come molti usano dire, ma hanno un pessimo modo di sbatterle in faccia agli altri, diventando essi stessi un ostacolo al propagarsi delle proprie buone idee. Purtroppo questo è un punto sul quale moltissimi credenti, pur amando il Signore, cadono, diventando causa di divisione con altri fratelli. Si tratta di un  atteggiamento alquanto diffuso ai nostri giorni... È davvero triste constatare quante persone, pur amando il Signore con sincerità, non si rendono conto di quanto poco siano in grado di mostrare quell'amore verso i propri fratelli e sorelle. Credo che non ci farebbe male imparare a memoria e recitare almeno una volta al giorno questo versetto:  "Ciascuno di noi compiaccia al prossimo, nel bene, a scopo di edificazione". Avremmo risolto il 70% dei problemi relazionali nelle comunità cristiane. L'apostolo Paolo, alla fine di questa trattazione sulla tolleranza reciproca, non poteva fare altro che invitare i suoi lettori a considerare l'esempio di Cristo.  Egli non poteva fare altro che pregare il Signore affinché i credenti manifestassero lo stesso sentimento che ha animato Gesù. Chi più di Gesù Cristo può essere esempio di persona che non ha cercato il proprio vantaggio, ovvero non compiacque a se stesso, ma ha cercato il vantaggio dell'intera comunità? Anzi nel suo caso, si può ben dire che Egli ha cercato il vantaggio dell'intera umanità... Indicando Cristo come esempio Paolo non si sta riferendo ad un ideale irraggiungibile come molti potrebbero pensare. Infatti Gesù nella sua vita ha messo in pratica ciò che anche altri uomini giusti avevano vissuto in passato vivendo in mezzo ad un popolo ribelle.  Davide aveva descritto quell'esperienza nel salmo 69: Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti oltraggia sono caduti su di me. (Salmo 69:9) In ogni epoca, come era accaduto a Gesù, chiunque avesse voluto onorare Dio lo aveva fatto pagando spesso un caro prezzo. Pensiamo forse che oggi, chi pensa di essere forte nella fede,  possa permettersi  di essere giusto e allo stesso tempo non dover mai rinunciare a nulla? Chi pensa di essere forte può pensare di avere sempre l'ultima parola in ogni situazione? Può pensare di aver sempre successo e di essere sempre lodato dagli altri?