Quale sarà la fine?

Published: April 10, 2020, 5:55 a.m.

Carissimi, non vi stupite per l'incendio che divampa in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Perché lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida, o ladro, o malfattore, o perché si immischia nei fatti altrui; ma se uno soffre come cristiano, non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio, portando questo nome.Infatti è giunto il tempo in cui il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, quale sarà la fine di quelli che non ubbidiscono al vangelo di Dio? E se il giusto è salvato a stento, dove finiranno l'empio e il peccatore? Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene. (1 Pietro 4,12-19 -  La Bibbia) Indice della serie sulle lettere di Pietro Ma se ho creduto in Dio e cerco di fare la sua volontà, perché mi accadono cose brutte? Sono sicuro che tanti si sono fatti questa domanda. Probabilmente se la stavano facendo proprio i lettori cristiani perseguitati del primo secolo a cui Pietro si stava rivolgendo. Essi si trovavano proprio in mezzo ad un incendio che divampa e che li stava mettendo a dura prova. Eppure Pietro li esortò a non stupirsi. Non stava accadendo niente di strano. Essi stavano vivendo sulla loro pelle le stesse sofferenze che aveva passato Cristo; d'altra parte se il mondo aveva maltrattato Gesù non c'era da stupirsi che maltrattasse anche i suoi discepoli, come Gesù aveva predetto (vedi Giovanni 15,20). Ma ancora una volta Pietro attirò l'attenzione dei suoi lettori sulla gloria futura che li aspettava. Sì è vero, stavano soffrendo come Gesù aveva sofferto, ma allo stesso modo avrebbero gioito ed esultato con Lui quando Gesù sarebbe tornato in tutta la sua gloria. "Vi insultano per il nome di Cristo? Beati voi!", scrive Pietro. A nessuno piace essere insultato, a nessuno piace essere deriso, oltraggiato, maltrattato. Ma se la ragione della nostra sofferenza è la nostra fede in Gesù, allora non abbiamo nulla di che vergognarci. Se fossimo puniti perché siamo dei delinquenti, degli omicidi, dei ladri, allora sì che avremmo ragione di vergognarci davanti a Dio. Ma se lo Spirito di Dio riposa su di noi e guida la nostra vita, se stiamo onorando Dio con la nostre parole e con le nostre azioni, possiamo esserne fieri! Ancora una volta, se guardiamo le cose solo nel breve termine, senza una prospettiva eterna, potremmo essere scoraggiati. Ma quando vediamo le cose dal punto di vista di Dio, alla luce della vita eterna, le cose cambiano. Sì è vero, forse oggi possiamo soffrire, ma quale sarà la fine? Quale sarà la nostra fine e quale sarà la fine dei nemici di Dio? C'è una grande differenza. La persecuzione infatti è come un setaccio per la chiesa di Dio, per la comunità di coloro che si sono affidati al Signore Gesù per la loro salvezza. Quando il setaccio filtra il grano, la pula se ne vola via. Allo stesso modo la persecuzione filtra la chiesa perché aiuta a giudicare, ovvero a distinguere i veri discepoli di Gesù da quelli che sono traballanti. Infatti coloro che non amano davvero il Signore di certo non resisteranno alla persecuzione e se ne andranno. Ecco perché la comunità cristiana perseguitata nel mondo, ancora oggi è una chiesa normalmente forte e sana, perché è costituita da veri figli di Dio che rimangono attaccati a lui nonostante le difficoltà. Così la persecuzione stabilisce un giudizio interno alla comunità cristiana, che aiuta semplicemente a mettere in luce i veri credenti. Ma molto più severo sarà il giudizio che alla fine dei tempi colpirà coloro che non ubbidiscono al vangelo di Dio, coloro che non riconoscono la persona e l'opera di Gesù Cristo per la loro salvezza. ...