Morto e risorto con Gesù

Published: Aug. 7, 2018, 5:35 a.m.

Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua. Sappiamo infatti che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato e noi non serviamo più al peccato; infatti colui che è morto è libero dal peccato. Ora, se siamo morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. (Romani 6:1-11 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Romani Purtroppo non sono pochi quelli che fraintendono il concetto di grazia da parte di Dio scambiandolo per una tacita autorizzazione a disubbidire a Dio, anche ai giorni nostri. In sostanza alcuni pensano che, se la grazia di Dio non ha limiti, si può peccare quanto si vuole ricordandosi poi di chiedere perdono a Dio e... il gioco è fatto! Questo tipo di ragionamento ignora però una realtà importante, ovvero la trasformazione interiore che avviene in colui che ripone la sua fede in Dio! Infatti la cosiddetta "conversione" non è solo un assenso formale ad una religione, ma l'inizio di un cammino con Dio attraverso l'opera dello Spirito Santo in noi. L'apostolo Paolo era cosciente delle possibili obiezioni alla dottrina che stava insegnando e infatti dedicò i capitoli centrali di questa lettera ai Romani, i capitoli da 6 a 8, per spiegare in maniera più dettagliata ciò che accade nella vita dell'essere umano prima e dopo la sua conversione. Nella sezione precedente Paolo aveva affermato che dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata. "Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?" A questa possibile obiezione Paolo risponde senza esitazione: "No di certo!" Il fatto che il Signore nella sua grazia perdoni ogni nostro peccato non significa che una persona credente vivrà la sua vita nel peccato confidando nel fatto che Dio, nella sua grazia, lo perdoni. Infatti Paolo sottolinea che il vero credente non ha solo creduto in Gesù, aderendo formalmente alla fede, ma si è identificato con lui! Cosa significa questo? Paolo utilizza il termine "battesimo" che nella lingua greca non era un termine religioso ma veniva utilizzato in vari ambiti per indicare qualcosa che viene immerso in qualcos'altro in modo che la persona o l'oggetto immerso assuma le caratteristiche di ciò in cui viene immerso. Si pensi ad esempio alla tintura di un tessuto che si ottiene immergendo il tessuto in un liquido in cui sono presenti dei coloranti in modo che il tessuto stesso assuma il colore del liquido. Tenendo presente questo, possiamo capire cosa intendeva Paolo in questo brano, utilizzando l'espressione "siamo stati battezzati in Cristo". Essere battezzato in Cristo significa essere immerso in lui ovvero sperimentare una profonda unione con lui per appropriarsi delle sue caratteristiche. Infatti Paolo utilizza proprio il termine "unione" per illustrare meglio il concetto e dice proprio: "se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua." Il battesimo cristiano, ovvero l'immersione in acqua, è in effetti la rappresentazione di questa meravigliosa realtà spirituale, di questo battesimo spirituale.