La legge e la fede

Published: Oct. 19, 2018, 6:20 a.m.

Infatti Mosè descrive così la giustizia che viene dalla legge: «L'uomo che farà quelle cose vivrà per esse». Invece la giustizia che viene dalla fede dice così: «Non dire in cuor tuo: "Chi salirà in cielo?" (questo è farne scendere Cristo), né: "Chi scenderà nell'abisso?" (questo è far risalire Cristo dai morti)». Che cosa dice invece? «La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore». Questa è la parola della fede che noi annunciamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. (Romani 10:5-13 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Romani La legge e la fede sono contrapposte? È questo ciò che Paolo sta trasmettendo? Purtroppo molti leggono questo brano in maniera superficiale arrivando a conclusioni simili a questa... Perché accade questo? Perché normalmente non si fa alcuno sforzo per andare a leggere i brani che Paolo cita a supporto delle sue affermazioni. Cerchiamo quindi di non commettere questo errore e vedremo che non sarà difficile seguire il ragionamento di Paolo. Innanzitutto non dimentichiamo il contesto. Nei versetti precedenti l'apostolo Paolo aveva spiegato come mai molti suoi connazionali non avevano riconosciuto il Messia trasformando la pietra angolare in una pietra di scarto in cui sono inciampati. Gesù era il termine della legge (8:31) ovvero Colui che avrebbe portato a compimento la legge, Colui verso cui la legge confluiva, ma molti Israeliti quando Gesù è venuto sulla terra non erano stati pronti a riceverlo. Il motivo principale di questa situazione Paolo l'ha identificato in un approccio sbagliato verso la legge mosaica che aveva portato molti Israeliti a praticare una religione formale fatta di regole da seguire piuttosto che privilegiare l'aspetto della relazione personale con Dio. Paolo aveva riassunto tale atteggiamento così: "Israele, che ricercava una legge di giustizia, non ha raggiunto questa legge. Perché? Perché l'ha ricercata non per fede ma per opere." (Ro 9:31-32). Il discorso prosegue quindi nel brano che abbiamo appena letto analizzando proprio due aspetti che erano entrambi presenti nelle scritture dell'antico testamento, le prescrizioni a cui ubbidire e la fede, che dovevano essere due lati della stessa medaglia! Per dimostrarlo l'apostolo Paolo cita due brani tratti dal pentateuco, entrambi attribuibili a Mosé: Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, per mezzo delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà. Io sono il SIGNORE. (Le 18:5) Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?". Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. (De 30:11-16) Da questi due brani si comprende che Mosé aveva certamente dato al popolo delle prescrizioni a cui ubbidire, prescrizioni che avrebbero dimostrato la loro fedeltà al Signore e quindi avrebbero permesso di appr...