Il re venuto per servire

Published: Dec. 6, 2019, 5:55 a.m.

Mentre erano in cammino salendo a Gerusalemme, Gesù andava davanti a loro; essi erano turbati; quelli che seguivano erano pieni di timore. Egli prese di nuovo da parte i dodici, e cominciò a dir loro le cose che stavano per accadergli: «Noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e degli scribi. Essi lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, i quali lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e l'uccideranno; ma, dopo tre giorni, egli risusciterà».  Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, si avvicinarono a lui, dicendogli: «Maestro, desideriamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che volete che io faccia per voi?» Essi gli dissero: «Concedici di sedere uno alla tua destra e l'altro alla tua sinistra nella tua gloria». Ma Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io bevo, o essere battezzati del battesimo del quale io sono battezzato?» Essi gli dissero: «Sì, lo possiamo».  E Gesù disse loro: «Voi certo berrete il calice che io bevo e sarete battezzati del battesimo del quale io sono battezzato; ma quanto al sedersi alla mia destra o alla mia sinistra, non sta a me concederlo, ma è per quelli a cui è stato preparato». I dieci, udito ciò, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Ma Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che quelli che sono reputati prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i loro grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra di voi; anzi, chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque, tra di voi, vorrà essere primo sarà servo di tutti. Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti». (Marco 10:32-45  - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Il momento culminante del ministero di Gesù si stava avvicinando. Egli aveva già annunciato ai suoi discepoli ciò che gli sarebbe accaduto, ma fino a questo momento i discepoli avevano evitato di affrontare il problema e probabilmente speravano ancora che Gesù si sbagliasse.  Ma quando Gesù si era nuovamente incamminato verso Gerusalemme, i discepoli  avevano percepito che le cose potevano mettersi male. Essi erano turbati e pieni di timore perché sapevano che a Gerusalemme avevano già tentato di ucciderlo in precedenza. Nel brano parallelo di Giovanni tale timore è espresso molto bene nelle parole di Tommaso, detto Didimo, che rivolgendosi agli altri disse:"«Andiamo anche noi, per morire con lui!» (Giovanni 11:16). Infatti Giovanni riporta la preoccupazione dei discepoli quando Gesù aveva affermato di voler tornare in Giudea: "«Maestro, proprio adesso i Giudei cercavano di lapidarti, e tu vuoi tornare là?» (Giovanni 11:8). Gesù non cercò di tranquillizzarli, anzi ribadì che quello era il suo ultimo viaggio verso Gerusalemme. Nel giro di pochi giorni egli sarebbe stato dato nelle mani della classe dirigente giudaica che lo avrebbe condannato e lo avrebbe consegnato ai pagani, ovvero ai Romani, i quali lo avrebbero ucciso dopo averlo schernito e flagellato. Ma quella non sarebbe stata la fine, infatti dopo tre giorni sarebbe risuscitato. Gesù non avrebbe potuto essere più chiaro di così con i suoi discepoli. Con queste parole egli dimostrò loro di avere ogni cosa sotto controllo , infatti le cose sarebbero andate esattamente come egli aveva detto loro.  Era piuttosto chiaro che Gesù stava andando a Gerusalemme nella piena consapevolezza degli eventi che lo attendevano, anzi stava andando lì proprio volontariamente per affrontare quegli eventi. Doveva essere sconvolgente per i discepoli ciò che Gesù stava ribadendo loro.  Perché, se egli era il Messia, il Re dei Giudei promesso attraverso i profeti, doveva passare attraverso la morte? Che senso aveva tutto ciò? La richiesta di Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo,