Il Dio di tutti i popoli

Published: July 9, 2018, 5:55 a.m.

Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l'incirconciso ugualmente per mezzo della fede. Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge. (Romani 3:21-26 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Romani Molti pensano che i cristiani siano persone che si sentono migliori degli altri. Se ci pensiamo bene, dovrebbe essere esattamente il contrario. Infatti il vero cristiano è colui che si rende conto di essere un peccatore bisognoso della grazia di Dio. Egli sa che non avrebbe mai potuto essere assolto dalla condanna che grava su di lui a causa del peccato, se non fosse stato per il sacrificio di Gesù. Il cristiano infatti sa di non avere nessun merito per la vita eterna che ha ricevuto in Gesù. Paolo voleva che i suoi lettori, e quindi anche noi, se lo mettessero bene in testa: nessuno può vantarsi davanti a Dio. Le opere di colui che si basava sulla legge erano importanti nella misura in cui erano manifestazione di una realtà interiore, ovvero manifestazione della fede. Ma le opere da sole, svolte in modo meccanico, sono solo espressione di una religione "legalista" e non hanno alcuna utilità. Paolo voleva chiarire una volta per tutte che tutti gli uomini, sia quelli sotto la legge sia quelli senza legge, erano giustificati mediante la loro fede. Paolo sottolinea un concetto molto semplice, oserei dire lapalissiano, che però rischiava di sfuggire a molti Giudei suoi contemporanei. Anche se Dio si era formato un popolo, Israele, affinché fosse la sua luce speciale tra le nazioni, questo non significa che egli non fosse il Dio anche delle altre nazioni.Se l'unico modo per essere giustificati fosse stato quello di entrare a fare parte del popolo di Israele diventando un proselito Giudeo, cosa sulla quale insistevano diversi connazionali di Paolo, allora si sarebbe potuto dire che Dio era solo il Dio dei Giudei, il che sarebbe un'assurdità. La legge non è mai stata data agli Israeliti perché fosse una loro esclusiva ma per essere una guida attraverso la quale Israele poteva testimoniare in maniera efficace di Dio anche agli altri popoli. In particolare Gesù era senz'altro il Messia promesso ad Israele ma l'effetto della sua opera sulla croce si estendeva a tutti i popoli come aveva detto Isaia: "Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra». (Is 49:6) C'è un solo Dio e tutti gli esseri umani sono sue creature. Come si potrebbe pensare che Dio si sia occupato di alcuni dimenticandosi totalmente di altri? Ogni essere umano, con o senza legge, ha sempre avuto l'opportunità di relazionarsi con Dio attraverso la fede, infatti Dio giustifica tutti, circoncisi e incirconcisi, mediante la fede. A questo punto Paolo si aspettava un'obiezione. Se tutti sono sempre stati giustificati da Dio mediante la loro fede e non mediante le opere della legge, allora la legge a cosa serve? Perché Dio ha dato una legge ad Israele e non l'ha data agli altri popoli? La fede rende inutile la legge? Paolo affronterà queste questioni in modo piuttosto esaustivo nei capitoli seguenti ma intanto toglie subito ogni dubbio... "Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge". Questa affermazione di Paolo è fondamentale. Molti, anche al giorno d'oggi, contrappongono la grazia mediante la fede alla legge come se la grazia di Dio fosse un concetto che si contrappone alla legge, ma non è questo il modo giusto di vedere le cose. La fede non annulla la legge,