Il Dio dei viventi

Published: Jan. 13, 2020, 5:55 a.m.

Poi vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono:  «Maestro, Mosè ci lasciò scritto che se il fratello di uno muore e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello. C'erano sette fratelli. Il primo prese moglie; morì e non lasciò figli.  Il secondo la prese e morì senza lasciare discendenti. Così il terzo.  I sette non lasciarono discendenti. Infine, dopo tutti loro, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando saranno risuscitati, di quale dei sette sarà ella moglie? Perché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». Gesù disse loro: «Non errate voi proprio perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?  Infatti quando gli uomini risuscitano dai morti, né prendono né danno moglie, ma sono come angeli nel cielo.  Quanto poi ai morti e alla loro risurrezione, non avete letto nel libro di Mosè, nel passo del pruno, come Dio gli parlò dicendo: "Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe"? Egli non è Dio dei morti, ma dei viventi. Voi errate di molto». (Marco 12:18-27 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco L'ultima visita di Gesù a Gerusalemme lo vide impegnato in confronti diretti con tutte le classi politiche principali in Israele. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo avevano incalzato Gesù mettendo in dubbio la sua autorità e Gesù, nella parabola dei vignaiuoli, aveva fatto capire loro che essi non aveva alcuna autorità e presto sarebbero stati rimossi (Marco 11:27-12:12). Poi era stata la volta di farisei ed erodiani che avevano tentato di coglierlo in fallo con una domanda sulle tasse dovute a Cesare ma Gesù ne era uscito sminuendo il valore del denaro su cui c'era l'effigie di Cesare e invitandoli piuttosto a preoccuparsi del proprio rapporto con Dio (Marco 12:13-27). Infine furono i sadducei a cercare di mettere in difficoltà Gesù. I sadducei  costituivano un gruppo molto potente in Isarele ed esercitavano un'influenza politica molto importante nell'ambito delle relazioni con i Romani. Essi consideravano validi solo i primi cinque libri della bibbia attribuiti a Mosè e, dalla loro interpretazione di tali libri, non emergevano riferimenti alla risurrezione nella quale essi non  credevano. Gesù mostrerà loro che si sbagliavano di grosso. Basandosi proprio sulla legge di Mosè essi dipinsero una situazione ipotetica in cui una donna prima di morire fosse stata sposa di sette fratelli senza avere figli. Quel quesito trovava le sue basi nella legge di levirato basata sul testo di deuteronomio 25:5-6 secondo cui nel caso in cui un uomo morisse senza lasciare figli, il fratello avrebbe dovuto sposare la cognata e il primo figlio di quell'unione sarebbe stato figlio del defunto, per mantenere il nome e la discendenza del defunto in Israele. Se la vita oltre la vita fosse stata una realtà di chi sarebbe stata moglie quella donna dopo la risurrezione? Ovviamente la donna non poteva essere moglie di tutti quegli uomini contemporaneamente... Essi pensavano di prendersi gioco di Gesù con il loro quesito mettendolo in difficoltà. Volevano inoltre vedere se Gesù condivideva quella dottrina nella quale credevano i farisei dei quali essi non condividevano l'agenda politica. La risposta di Gesù mise invece in evidenza le loro lacune. Infatti essi  dimostravano di non conoscere le scritture, non solo quelle profetiche che essi rifiutavano di riconoscere come ispirate da Dio, ma anche la stessa legge di Mosè! Innanzitutto Gesù precisò che la risurrezione implicava una trasformazione dell'essere umano, quindi anche se i risorti avrebbero avuto comunque un corpo fisico, ciò non significava che la vita eterna sarebbe stata identica alla vita che avevano vissuto in precedenza. Dopo la risurrezione non ci sarebbe stato alcun bisogno del matrimonio, probabilmente perché non ci sarebbe stato alcun bisogno di perpetuare ancora la  razza umana.