Grande privilegio, grande responsabilità

Published: Sept. 19, 2019, 5:55 a.m.

Poi diceva ancora: «Si prende forse la lampada per metterla sotto il vaso o sotto il letto? Non la si prende invece per metterla sul candeliere? Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere manifestato; e nulla è stato tenuto segreto, se non per essere messo in luce. Se uno ha orecchi per udire oda». Diceva loro ancora: «Badate a ciò che udite. Con la misura con la quale misurate sarete misurati pure voi; e a voi sarà dato anche di più; poiché a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha». Diceva ancora: «Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme nel terreno, e dorma e si alzi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce senza che egli sappia come. La terra da se stessa porta frutto: prima l'erba, poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato. Quando il frutto è maturo, subito il mietitore vi mette la falce perché l'ora della mietitura è venuta».Diceva ancora: «A che paragoneremo il regno di Dio, o con quale parabola lo rappresenteremo? Esso è simile a un granello di senape, il quale, quando lo si è seminato in terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma quando è seminato, cresce e diventa più grande di tutti gli ortaggi; e fa dei rami tanto grandi, che all'ombra loro possono ripararsi gli uccelli del cielo». Con molte parabole di questo genere esponeva loro la parola, secondo quello che potevano intendere. Non parlava loro senza parabola; ma in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. (Marco 4:21-34 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Gesù parlava in parabole perché esse si basavano su un linguaggio comprensibile agli uditori che poteva quindi permettere loro di farsi un’idea della realtà spirituale che Gesù voleva illustrare senza affrontare in modo diretto argomenti che potevano suscitare contrasti immediati nella folla. In tal modo Gesù selezionava  coloro che erano interessati al suo messaggio, i quali avrebbero potuto approfondire ponendogli delle domande. In particolare i discepoli di Gesù avevano  un grande privilegio perché passavano con Gesù molto tempo e in privato egli spiegava loro ogni cosa. Era però importante che i discepoli comprendessero che le lezioni private di Gesù non erano fini a se stesse perché  quel grande privilegio implicava anche una grande responsabilità. Infatti, il desiderio di Gesù era che la verità sul regno di Dio si espandesse sempre di più e sarebbero stati proprio i suoi discepoli ad avere la responsabilità di portare quel messaggio fino alle estremità del mondo.  Essi non erano stati scelti da Gesù per costituire una società segreta che doveva custodire il mistero del regno di Dio ma erano stati istruiti da Gesù affinché  potessero portare quel messaggio a tutti anche quando lui non fosse più stato fisicamente con loro. Essi avrebbero dovuto rendere manifeste le cose che Gesù stava insegnando loro in privato, diventando proprio come una lampada che viene messa su un candeliere per fare luce! Quindi i discepoli di Gesù dovevano essere i primi ad avere orecchie per udire. "Con la misura con la quale misurate sarete misurati pure voi; e a voi sarà dato anche di più" disse loro Gesù, perché essi, per primi, dovevano prestare attenzione per comprendere bene le parole di Gesù in modo da poterle poi spiegare agli altri. Era quindi necessario che non sottovalutassero l'importanza di ciò che Gesù stava condividendo con loro perché dal modo in cui udivano sarebbero dipese la loro relazione con Dio, il loro ministero, il loro coinvolgimento nel regno di Dio, la loro stessa vita.  A chi ha sarà dato, ovvero essi dovevano fare tesoro delle parole di Gesù e avrebbero ricevuto grandi benedizioni nella loro vita, più di quanto essi potessero a quel punto immaginare. Al contrario, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha, ovvero chi aveva un approccio superficiale con le parole di Gesù, dando scarsa importanza ai suoi insegnamenti, come gran parte delle folle che ascoltavano,