Giorni di tribolazione

Published: Jan. 29, 2020, 5:55 a.m.

Quando poi vedrete l'abominazione della desolazione posta là dove non deve stare (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti;  chi sarà sulla terrazza non scenda e non entri in casa sua per prendere qualcosa, e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che ciò non avvenga d'inverno! Perché quelli saranno giorni di tale tribolazione, che non ce n'è stata una uguale dal principio del mondo che Dio ha creato, fino ad ora, né mai più vi sarà. Se il Signore non avesse abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe; ma, a causa dei suoi eletti, egli ha abbreviato quei giorni. Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo eccolo qui, eccolo là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ma voi, state attenti; io vi ho predetto ogni cosa. (Marco 13:14-23 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco I discepoli avevano interrogato Gesù sui segni che avrebbero accompagnato la distruzione del tempio (Mc 13:4), un evento che essi percepivano come direttamente connesso alla manifestazione del regno del Messia e alla fine del mondo come è evidente nel brano parallelo di Matteo: «Dicci quando accadranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». (Mt 24:3). La risposta di Gesù fu quindi articolata tra eventi imminenti e eventi collocati in un futuro più distante. Come abbiamo visto nella prima parte della sua risposta (Marco 13:5-13), essi non avrebbero dovuto farsi impressionare da guerre, terremoti e  carestie, eventi che per quanto terribili non avrebbero indicato la fine dell'età presente. Quelle cose infatti sarebbero stato solo il principio dei dolori, l'inizio di tempi difficili per Israele.  Essi non avrebbero neanche dovuto stupirsi della persecuzione a cui sarebbero stati sottoposti perché presto sarebbero stati odiati da tutti, perfino dai propri parenti, a causa di Gesù, tuttavia la loro perseveranza nella fede sarebbe stata premiata dal Signore, infatti nessuna persecuzione avrebbe potuto togliere loro la salvezza! (Mc 13:13). Quelle indicazioni erano valide per i discepoli nel primo secolo e lo sarebbero state anche per tutte le generazioni di cristiani nei secoli successivi. Ma nella seconda parte del suo discorso, che abbiamo appena letto, Gesù si soffermò su alcuni segni specifici riguardanti la dissacrazione del tempio, la distruzione di Gerusalemme e la sua venuta.  Come confermato da Matteo 24:15,  Gesù utilizzò l' espressione "abominazione della desolazione" per riferirsi intenzionalmente alla profezia di Daniele 11:31 e Daniele 12:11. Quell'espressione indica la collocazione di qualcosa di abominevole, qualcosa di estraneo che avrebbe contaminato il tempio di Gerusalemme, rendendolo inutilizzabile.  Il brano parallelo di Luca mette invece l'accento sulla distruzione della città: "Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina." (Lc 21:20) Quindi i discepoli avrebbero dovuto tenere gli occhi ben aperti perché una dissacrazione del tempio sarebbe stata il  segno della fine imminente del tempio e della città stessa dalla quale avrebbero potuto scampare solo scappando il più in fretta possibile, senza fermarsi neanche a prendere dei vestiti di ricambio!  Come è ovvio, la fuga sarebbe stata difficile per chiunque avesse avuto impedimenti fisici, come una gravidanza in corso,  o se fosse dovuta avvenire in inverno, pertanto i discepoli avrebbero dovuto cominciare a pregare il Signore affinché li preservasse dal trovarsi ad affrontare la fuga in simili circostanze. Quando si realizzarono le parole di Gesù? Leggendo con attenzione il libro di Daniele, in particolare il capitolo 11, non si può negare che molte profezie in esso contenute si erano già  verificat...