Era Figlio di Dio!

Published: Feb. 21, 2020, 5:55 a.m.

Venuta l'ora sesta, si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. All'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì lamà sabactàni?» che, tradotto, vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Chiama Elia!» Uno di loro corse e, dopo aver inzuppato d'aceto una spugna, la pose in cima a una canna e gli diede da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere». Gesù, emesso un gran grido, rese lo spirito. E la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. E il centurione che era lì presente di fronte a Gesù, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio!» (Marco 15:33-39 - La Bibbia) Indice della serie sul vangelo di Marco Gesù era stato crocifisso verso le 9 di mattina (l'ora terza) e verso le 12 (ora sesta) si fecero tenebre su tutto il paese per le successive tre ore. Verso le 15 (ora nona) Gesù gridò: «Eloì, Eloì lamà sabactàni?» , ovvero «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Un lettore distratto potrebbe pensare che Gesù gridò la prima cosa che gli venne in mente, quasi in preda alla disperazione. Ma chi conosce le scritture si rende conto che Gesù sta evocando l'inizio del salmo 22.  Non si trattò certamente di una scelta casuale.  Abbiamo già visto che diversi riferimenti al salmo 22 hanno caratterizzato quella giornata: la spartizione delle vesti di Gesù (salmo 22:18), il disprezzo e lo scherno di coloro che gli stavano intorno (salmo 22:7-8). Ora Gesù stesso evoca l'inizio di quel salmo. Perché? Perché citando l'inizio del salmo egli stava rievocando l'intero testo del salmo, un testo che descrive non solo tutta la sofferenza  del Messia ma, soprattutto, la sua vittoria! Infatti la prima parte di quel salmo (salmo 22:1-21), proprio a partire dalla frase "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" descrive una sofferenza spirituale, di un condannato a morte che chiede a aiuto a Dio ma non riceve risposta (salmo 22:1-5),  poi descrive il tormento dell'anima sua per il disprezzo delle persone intorno e l'abbandono da parte di tutti (salmo 22:6-11) , infine descrive la sofferenza fisica, le ossa slogate, il cuore che cede, la bocca asciutta con la lingua che si attacca al palato, le mani e i piedi forati, l'avvicinarsi della morte, la spartizione delle vesti (salmo 22:12-18). Poi verso la fine della prima parte c'è un ultima richiesta di aiuto rivolta al Signore (salmo 22:19-22). Il contesto della prima parte del salmo sembra adattarsi molto bene alla situazione di Gesù sulla croce.  «Aspettate, vediamo se Elia viene a farlo scendere». La reazione dei presenti che lo scherniscono pensando che stesse chiamando Elia, senza che se ne rendano conto, contribuisce ulteriormente a richiamare il disprezzo della folla descritto nel salmo. Il salmo però non finisce lì. C'è una seconda parte  completamente diversa in cui tutta la sofferenza descritta nella prima parte sembra improvvisamente scomparire e sostanzialmente c'è una preghiera di lode e ringraziamento a Dio che "non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del sofferente, non gli ha nascosto il suo volto; ma quando quello ha gridato a lui, egli l'ha esaudito." (Salmo 22:24).  Il salmista sente quindi il bisogno di condividere con gli altri la vittoria, la liberazione ottenuta, raccomandando a tutti di confidare in Dio, di ricordarsi del Signore, di continuare a raccontare alle generazioni seguenti come egli ha agito (Salmo 22:22-31). Cosa accade tra la prima e la seconda parte del salmo? Come avviene la liberazione di colui che sembrava in punto di morte? Il salmo non risponde a questa domanda, ma noi oggi lo sappiamo, come vedremo. "Tutto è compiuto" disse Gesù a quel punto secondo il brano parallelo di Gv 19:30, dopodiché egli rese lo spirito. Sì, quel giorno il condannato a morte morì, ma questo non significa che Dio non abbia risposto alla sua richiesta d'aiuto. Infatti,