Dalle tenebre alla luce di Cristo

Published: June 24, 2019, 8 a.m.

Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. (Colossesi 1:9-14 - La Bibbia) Indice della serie sulla Lettera ai Colossesi  Paolo è in carcere, ma questo non gli impediva di poter essere utile ai Colossesi. In quale modo? Attraverso la preghiera. Sì, Paolo aveva sentito che il vangelo stava portando frutto tra i Colossesi, ma non voleva abbassare la guardia perché sapeva che i Colossesi erano comunque sottoposti a influenze di diverso tipo che avrebbero potuto allontanarli dal cammino che avevano intrapreso. Leggendo la lettera vedremo che la filosofia e le tradizioni degli uomini erano sempre in agguato ed era quindi necessario che i Colossesi fossero ben saldi nella loro fede. Ecco perché Paolo pregava innanzitutto affinché fossero "ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale". Essi avevano conosciuto il Signore ma era necessario che progredissero nella conoscenza della sua volontà e affinassero il proprio discernimento spirituale. Sapienza e intelligenza non si potevano ottenere dalla filosofia e dalle tradizioni ma erano legate proprio alla conoscenza di Dio. Il Signore aveva messo in loro il Suo Spirito e questo poteva dare loro una visione della realtà molto diversa da quella che si poteva ottenere dalle speculazioni filosofiche. In secondo luogo Paolo pregava affinché essi camminassero in modo degno di Dio, portando frutto attraverso le loro opere buone, comportandosi in modo che potesse fare piacere a Dio. Ciò li avrebbe fatti crescere ancora di più nel loro rapporto con Dio, e quindi nella conoscenza di Dio. Questo dimostra che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, la vera conoscenza di Dio non la si ottiene solo leggendo e studiando, ma soprattutto mettendo in pratica ciò che abbiamo imparato dal Signore. Paolo sapeva che la gloriosa potenza di Dio avrebbe operato nei credenti rendendoli sempre più pazienti e perseveranti, pronti quindi ad onorare Dio sempre, a dispetto del mondo pagano che li circondava e li bombardava con idee contrarie a quelle che provenivano dalla fede nel Dio Vivente e Vero che Paolo aveva insegnato loro. Infine Paolo pregava affinché i Colossesi mostrassero di possedere uno spirito di gratitudine nei confronti di Dio. La gratitudine è infatti un segno caratteristico del cristiano che si rende conto di quanto il Signore abbia fatto per lui. Infatti in Gesù abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati, ma sappiamo che questo è possibile proprio perché " Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figlio affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Gv 3:16). Come potremmo non essere riconoscenti per questo? Il Signore, nel suo amore, li aveva adottati come suoi figli, dando loro la possibilità di essere inclusi nel popolo dei santi, ovvero nel popolo di tutti coloro che Dio si era messo da parte per appartenergli. Li aveva trasportati dalle tenebre alla luce, liberandoli dagli idoli a cui essi erano sottoposti e dalle potenze demoniache che agivano dietro quegli idoli, per trasportarli nel regno del suo amato Figlio! Quanto è meravigliosa la sorte dei santi! Essi sono destinati all luce, non alle tenebre, alla vita eterna, non alla morte e alla lontananza eterna da Dio. Nel pensare a queste cose,