"Red Rocket" - Fotogrammi Short ep.34

Published: March 18, 2022, 11:12 a.m.

Sean Baker, regista statunitense conosciuto per “Tangerine” e “Un Sogno Chiamato Florida”, torna al cinema con il suo nuovo film e ci regala un piccolo capolavoro, nel pieno spirito del miglior cinema indipendente americano.

Red Rocket”, presentato in Concorso al 74° Festival di Cannes, è un film che all’apparenza potrebbe risultare leggero e disimpegnato per via dei suoi toni scanzonati, irriverenti e tragicomici, ma proprio sotto questo strato pseudo-demenziale si nasconde una pesante critica a un’America trumpiana e provinciale.

Sean Baker, da sempre attratto dalle periferie e dal sottoproletariato americano, continua il suo viaggio cinematografico nel raccontarci la caduta del “sogno americano” e del grande vuoto che è rimasto. Lo fa raccontandoci l’avventura di Mikey, un ex porno attore caduto in disgrazia che, malmenato, senza un soldo né una valigia, torna a casa a Texas City dalla ex moglie, nella speranza di avere un letto su cui contare.

La prima scena è già memorabile: sulle note scanzonate di “Bye Bye Bye” degli NSYCN, quasi a voler creare un corto circuito tra arrivo e partenza, Mikey viene respinto veementemente dalla ex moglie Lexi, che non ne vuole proprio sapere di rivedere la sua faccia.
Ma Mikey è un gran manipolatore, egoista e narcisista, e non ha problemi a convincere Lexi.
Nel frattempo, sperando di ricevere la sua seconda chance per tornare glorioso a Los Angeles, cerca di mantenersi quotidianamente con qualche “lavoretto”.
La fortuna non si fa attendere e Mikey si imbatte nella diciassettenne “Strawberry”, bella e maliziosa cassiera di un Donut’s Shop, che gli confida di voler scappare dalla deprimente realtà provinciale che la circonda.
La seconda occasione è pronta a essere colta e Mikey non si farà attendere!

“Red Rocket” è una ventata d’aria fresca, è un grido ribelle e irriverente, che si scaglia contro tutta quella “Cancel Culture”, che si è abbattuta sul cinema americano negli ultimi anni, causandone un appiattimento in termini di rappresentazione e temi trattati. Nemmeno il cinema indipendente, tradizionalmente più progressista e politicamente scorretto, ne è uscito indenne.  Sean Baker fortunatamente è un’artista controcorrente e porta sullo schermo la sua rappresentazione critica di una parte degli Stati Uniti, quella abbandonata, ignorante, povera, violenta e volgare, che è stata la base fondamentale per il successo di Trump alle Presidenziali del 2016.

“Red Rocket” è una bellissima, folle, irriverente favola neorealistica americana, intrisa di pop, bandiere a stelle e strisce e pornografia.

Viva il Cinema!