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Pier Paolo Vettori
"L'imperatore delle nuvole"
Neri Pozza
www.neripozza.it
\xabMi chiamo Franco Zomer, ho cinquantadue anni e lavoro al Muro da quando ero ragazzo. Anche mio padre era un guardiano. All\u2019inizio, nessuno credeva che lo avrebbero costruito davvero. Invece \xe8 stato pi\xf9 semplice del previsto\xbb.
Dopo il 2026. Vista da lontano sembra una costruzione da fiaba: una lunga linea fortificata di un bianco abbacinante che attraversa quattro Stati nordafricani. Oltre, una striscia di terra desertificata chimicamente; oltre ancora, il Mediterraneo. Benvenuti al Muro, invalicabile barriera per i dannati della Terra che tentano di oltrepassarla ma anche meta turistica alternativa per i ricchi del mondo: la soluzione radicale al problema dell\u2019immigrazione clandestina. Franco Zomer \xe8 una guardia muraria, come lo era suo padre; di giorno, dopo aver finto di vagliare i loro documenti, rimanda indietro i migranti che cercano di varcare il confine. Dopo il tramonto, arrivano i clandestini \u2013 che un documento non ce l\u2019hanno proprio \u2013 la cui sorte spesso si decide in modo violento. Il lavoro delle guardie murarie \xe8 una brutale messinscena ritualizzata, le direttive vigenti sono implacabili: nessuno deve passare. Chi si lascia sfuggire un migrante, finisce nella Stanza delle Punizioni. Per resistere alla legge della crudelt\xe0, al Muro tutti fanno uso di anfetamine e stimolanti, fino a quando la malavita locale inonda il mercato con una nuova sostanza, la Moby Dick. L\u2019effetto \xe8 straordinario: si pu\xf2 rivivere un momento del passato in cui cambiare le decisioni sbagliate o fatali, modificare il destino. L\u2019illusione di realt\xe0 \xe8 perfetta, la dipendenza potentissima e immediata. La Moby Dick dilaga incontrollata come un\u2019epidemia, tra i disperati come tra gli aguzzini. Annichilito dalla sofferenza cui assiste ogni giorno e che spesso infligge di persona, anche Franco Zomer vorrebbe riavvolgere la sua vita fino a quel fatidico giorno di un tempo ancora felice. Un tempo in cui, con un dito, poteva spostare le nuvole in cielo e tutto era ancora possibile. Solo cos\xec potr\xe0 immaginare il futuro, un futuro con il volto di Penelope, la donna che vede ogni volta che chiude gli occhi.
Pierpaolo Vettori (Venaria Reale, 1967) \xe8 stato finalista per due edizioni al Premio Calvino e ha esordito con La notte dei bambini cometa (Antigone, 2011), seguito pochi mesi dopo da Le sorelle Soffici (Elliot, 2012). Dopo La vita incerta delle ombre (Elliot, 2014), nel 2018 esce per Bompiani Lanterna per illusionisti. Laureato in lettere con una tesi sulla Swinging London, vive e lavora a Torino. Con questo romanzo ha vinto il Premio Neri Pozza 2021.
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