Monica Poggi "Robert Capa, Gerda Taro. La fotografia, l'amore, la guerra"

Published: Feb. 25, 2024, 12:46 p.m.

b'Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Monica Poggi
"Robert Capa, Gerda Taro"
La fotografia, l\'amore, la guerra
Camera Torino, fino al 2 giugno 2024


Un\\u2019altra grande mostra - dopo le personali dedicate a Eve Arnold, Dorothea Lange e Andre\\u0301 Kerte\\u0301sz - che racconta con oltre 120 fotografie uno dei momenti cruciali della storia della fotografia del XX secolo, il rapporto professionale e affettivo fra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa in Spagna nel 1937.
Fuggita dalla Germania nazista lei, emigrato dall\\u2019Ungheria lui, Gerta Pohorylle ed Endre \\u2013 poi francesizzato Andre\\u0301 \\u2013 Friedmann (questi i loro veri nomi) si incontrano a Parigi nel 1934, e l\\u2019anno successivo si innamorano, stringendo un sodalizio artistico e sentimentale che li porta a frequentare i cafe\\u0300 del Quartiere Latino ma anche ad impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica. In una Parigi in grande fermento, invasa da intellettuali e artisti da tutta Europa, trovare committenze e\\u0300 pero\\u0300 sempre piu\\u0300 difficile. Per cercare di allettare gli editori, e\\u0300 Gerta a inventarsi il personaggio di Robert Capa, un ricco e famoso fotografo americano arrivato da poco nel continente, alter ego con il quale Andre\\u0301 si identifichera\\u0300 per il resto della sua vita. Anche lei cambia nome e assume quello di Gerda Taro. L\\u2019anno decisivo per entrambi e\\u0300 il 1936: in agosto si muovono verso la Spagna, per documentare la guerra civile in corso tra i repubblicani e fascisti; il mese dopo Robert Capa realizzera\\u0300 il leggendario scatto del Miliziano colpito a morte, mentre Gerda Taro scatta la sua immagine piu\\u0300 iconica, una miliziana in addestramento, pistola puntata e scarpe con i tacchi, in un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne. Insieme a queste due icone, i fotografi realizzano tanti altri scatti, che testimoniano di una partecipazione intensa all\\u2019evento, sia dal punto di vista del reportage di guerra, sia da quello della vita quotidiana dei soldati, delle soldatesse e della popolazione drammaticamente vittima del conflitto. La Spagna e\\u0300, infatti, in quegli anni una terra che attira molti intellettuali, scrittori e registi da tutto il mondo come Ernest Hemingway, immortalato in uno scatto di Capa, che raccontera\\u0300 l\\u2019esperienza della guerra civile spagnola nel suo capolavoro \\u201cPer chi suona la campana\\u201d oppure George Orwell che ne parlera\\u0300 in \\u201cOmaggio alla Catalogna\\u201d. Le loro fotografie vengono pubblicate sui maggiori giornali del tempo, da \\u201cVu\\u201d a \\u201cRegards\\u201d a \\u201cLife\\u201d, conferendo alla coppia \\u2013 che spesso firma con un\\u2019unica sigla, senza distinguere l\\u2019autore o l\\u2019autrice dello scatto \\u2013 una solida fama e molte richieste di lavoro. Nel corso del 1936 e del 1937 i due si spostano tra Parigi e la Spagna, documentando ad esempio gli scioperi nella capitale francese e le elezioni del 1937, conclusesi con la vittoria del raggruppamento antifascista del Fronte Popolare. Ma anche il Convegno Internazionale degli Scrittori Antifascisti a Valencia, dove Taro fotografa personaggi come Andre\\u0301 Malraux, Ilya Ehrenburg, Tristan Tzara, Anna Seghers. Proprio poco dopo la vittoria del Fronte Popolare, pero\\u0300, durante la battaglia di Brunete, in Spagna, il 24 luglio del 1937, Gerda Taro viene involontariamente investita da un carro armato e muore, chiudendo cosi\\u0300 tragicamente la vita della prima reporter di guerra. L\\u2019anno successivo, Robert Capa dara\\u0300 alla luce l\\u2019epocale volume Death in the Making, dedicato alla compagna, nel quale si trovano molte delle immagini visibili in mostra, di entrambi i fotografi. L\\u2019intensa stagione di fotografia, guerra e amore di questi due straordinari personaggi e\\u0300 narrata nella mostra di CAMERA - curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi - attraverso le fotografie di Gerda Taro e quelle di Robert Capa, nonche\\u0301 dalla riproduzione di alcuni provini della celebre \\u201cvaligia messicana\\u201d, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai due protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale David Seymour, detto \\u201cChim\\u201d. La valigia, di cui si sono perse le tracce nel 1939 - quando Capa l\\u2019ha affidata a un amico per evitare che i materiali venissero requisiti e distrutti dalle


truppe tedesche - e\\u0300 stata ritrovata solamente a fine anni Novanta a Mexico City, permettendo di attribuire correttamente una serie di immagini di cui fino ad allora non era chiaro l\\u2019autore o l\\u2019autrice. La mostra si apre con una sala che introduce le figure di questi straordinari autori anche grazie a due documentari, The Mexican Suitcase (2011) di Trisha Ziff e Searching for Gerda Taro (2021) di Camille Me\\u0301nager, di cui sono mostrati degli estratti particolarmente utili a fornire delle lenti di lettura utilizzate anche nella scelta delle opere esposte poi nelle sale successive. Dopo le immagini realizzate da Capa a Parigi, il percorso esplora la documentazione della guerra attraverso gli spostamenti e i focus dati da Capa e Taro, concludendosi con la pagina piu\\u0300 straziante, quella della distruzione e della morte causata dal conflitto.



IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it




'