Luigi Civalleri
"L'uomo venuto dal futuro"La vita visionaria di John Von Neumann
Ananyo Bhattacharya\xa0
Adelphi
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Per molti \xe8 stato l\u2019essere pi\xf9 intelligente mai vissuto sulla terra \u2013 un alieno in grado di imitare alla perfezione gli umani, scherzavano i colleghi. Ma chi era davvero John von Neumann nessuno \xe8 mai riuscito a decifrarlo. Il paragone scontato con Einstein non aiuta a capire, giacch\xe9 i due non potevano essere pi\xf9 diversi, soprattutto in campo scientifico: a Princeton, mentre uno inseguiva il miraggio di una teoria unificata della gravitazione e dell\u2019elettromagnetismo, l\u2019altro disegnava l\u2019architettura del primo calcolatore programmabile modernamente inteso, la stessa che ritroviamo oggi nei nostri smartphone. Indifferente alle implicazioni filosofiche della meccanica quantistica, von Neumann guardava al futuro con la capacit\xe0 quasi infallibile di individuare i settori in cui il suo contributo avrebbe determinato il nostro destino: l\u2019intelligenza artificiale, gli automi cellulari, la teoria dei giochi, la bomba atomica.
Era un genio, ma lontanissimo dallo stereotipo del nerd asociale: un bon vivant che amava i party, le Cadillac e le belle donne; un uomo pieno di debolezze e ambiguit\xe0, come testimonia l\u2019inaspettata conversione al cattolicesimo in punto di morte; una figura controversa, bersaglio di feroci critiche per l\u2019estremo cinismo con cui sostenne la necessit\xe0 di un attacco nucleare preventivo contro l\u2019Unione Sovietica. Ma innanzitutto \u2013 come ci ricorda Bhattacharya \u2013 una mente capace di fornire gli strumenti per affrontare il futuro da cui sembrava provenire, proprio mentre era disposta a riportarci all\u2019et\xe0 della pietra.
IL POSTO DELLE PAROLE
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