Giuseppe Maccauro
"Novecento primitivo"
Ernesto De Martino fra apocalisse e riscatto
Orthotes Editrice
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Il quadro problematico dentro cui si inscrive la fase del percorso demartiniano successiva alla pubblicazione del Mondo magico \xe8 fatto di cambiamenti molto importanti nella vita dell\u2019etnologo napoletano, che si riflettono anche sulla prospettiva adottata negli studi. Negli anni \u201950 De Martino ritorna sui problemi centrali del Mondo magico (innanzitutto quello della crisi della presenza), ma li arricchisce di suggestioni nuove, perch\xe9 intanto aveva consolidato il suo rapporto con l\u2019editore Einaudi e la collaborazione con Cesare Pavese alla Collana Viola, perch\xe9 si era avvicinato al socialismo, poi al comunismo; perch\xe9 l\u2019interesse per Gramsci lo stava conducendo verso l\u2019attivit\xe0 \u201csul terreno\u201d e verso lo studio del relitto folklorico; perch\xe9, infine, De Martino ambiva alla consacrazione accademica, che il suo profilo di \u201cetnologo da tavolino\u201d difficilmente gli avrebbe permesso di raggiungere.
Un momento di svolta nella biografia intellettuale di De Martino, \xe8 senza dubbio da individuare nella sua Prefazione al volume Le origini dei poteri magici, ospitato nella \xabCollana Viola\xbb, che raccoglie saggi di \xc9mile Durkheim, Henri Hubert e Marcel Mauss. \xc8 uno scritto molto importante perch\xe9 conterrebbe la \u201cabiura\u201d delle tesi del Mondo magico che maggiore perplessit\xe0 avevano suscitato presso i suoi lettori, in primis in Benedetto Croce. De Martino, che non cita direttamente il suo lavoro del 1948, ne richiama tuttavia la questione pi\xf9 spinosa, il tema della \u201cstoricizzazione delle categorie\u201d, cui ora si accosta da una nuova prospettiva, perch\xe9 adesso si afferma la convinzione che \xabla storia non \xe8 mai storia delle categorie, ma si svolge per entro le categorie\xbb. De Martino, dando a intendere di aver recepito i motivi della polemica che lo vide contrapposto a Croce, all\u2019indomani dell\u2019uscita del Mondo magico, nella sua Prefazione richiama la necessit\xe0 di scindere (come non volle fare nel Mondo magico) il piano logico ed immutabile delle categorie, da quello fenomenologico della \xabcoscienza delle categorie\xbb e ricorda come progresso e cambiamento possano darsi solo del secondo. Progresso e cambiamento che si traducono in una nuova articolazione della metodologia storiografica, la quale pur sempre si svolge \xabper entro\xbb l\u2019eternit\xe0 delle quattro forme dello spirito.
Giuseppe Maccauro insegna Storia della filosofia all\u2019Universit\xe0 \u201cGiustino Fortunato\u201d di Benevento. Ha studiato a Napoli e all\u2019\xe9cole des Hautes \xe9tudes en Sciences Sociales di Parigi, dove \xe8 stato dottorando invitato. Le sue ricerche vertono sulla storia della filosofia italiana ed europea del Novecento, con particolare riguardo agli intrecci fra pensiero filosofico e scienze umane. Ad Ernesto De Martino ha dedicato numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche italiane e internazionali.
Malato sin da bambino di epilessia, De Martino sembra affascinato e spaventato, allo stesso tempo, dalle esperienze critiche di depersonalizzazione e derealizzazione, che gli attacchi del suo male dovevano in un certo senso procurargli. Siamo forse nel torto se, prendendo alla lettera queste parole, guardiamo alla sua produzione come ad un tentativo di ricondurre a chiarezza, quasi a volerli padroneggiare, alcuni degli aspetti pi\xf9 oscuri ed angosciosi della propria personalit\xe0? E non fece forse, De Martino, di questo dramma personale, il paradigma dell\u2019esperienza umana tutta?
IL POSTO DELLE PAROLE
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