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Gabriele Del Grande
"Il secolo mobile"
Mondadori Editore
www.mondadori.it


Cent\u2019anni fa non esistevano passaporti, si viaggiava senza permessi n\xe9 lasciapassare. Oggi, al contrario, il regime dei visti di Schengen vieta di entrare in Europa alla maggior parte dell\u2019umanit\xe0: ovvero ai ceti poveri e prevalentemente non bianchi dei paesi a medio e basso reddito di Africa, Asia e Caraibi. Ai loro emigranti, respinti dai consolati, non resta che imbarcarsi di contrabbando dai porti franchi del Nord Africa e della Turchia.

\xc8 cos\xec che negli ultimi trent\u2019anni hanno attraversato il Mediterraneo tre milioni e mezzo di viaggiatori senza visto, mentre i corpi di altri cinquantamila giacciono tuttora sul fondo del mare mangiati dai pesci. Come siamo arrivati fin qui? E soprattutto, come ne usciremo?

Con il rigore dello storico e il piglio del narratore, Gabriele Del Grande scrive la prima storia dell\u2019immigrazione illegale in Europa. Una storia che spazia dallo sbarco delle truppe africane a Marsiglia nel 1914 fino alla crisi delle ONG a Lampedusa, passando per la stagione della libera circolazione con le ex colonie, il divieto di espatrio dal blocco comunista, i riots razzisti nelle capitali europee, la messa al bando dell\u2019immigrazione non bianca, il crollo del muro di Berlino, il doppio cortocircuito dell\u2019asilo e dei ricongiungimenti familiari e la stretta sui visti che dal 1991 alimenta il mercato nero dei viaggi.


Nella sua ricostruzione Del Grande non perde di vista il contesto globale della decolonizzazione, della segregazione razziale oltreoceano, della guerra fredda, dell\u2019ascesa dei movimenti islamisti, del ritorno della Cina e dell\u2019India sulla scena mondiale e del boom demografico \u2013 e in prospettiva economico \u2013 dell\u2019Africa.

Il risultato \xe8 una narrazione avvincente, che intreccia le vicende dell\u2019immigrazione con quelle dell\u2019emigrazione e, al contempo, contrappone ai fantasmi del passato suprematista euro-atlantico uno sguardo cautamente ottimista sul futuro. Porre fine agli sbarchi e ai naufragi, infatti, \xe8 possibile. Prima per\xf2 \xe8 necessario rimuovere l\u2019ultima invisibile linea del colore. Quella dell\u2019apartheid alla frontiera.

Gabriele Del Grande ha lavorato per oltre dieci anni come reporter sul tema delle migrazioni tra Africa e Europa. Nel 2006 ha creato il primo osservatorio sulle vittime della frontiera, Fortress Europe. Da allora ha condotto ricerche in una trentina di paesi tra le due sponde del Mediterraneo e il Sahel, realizzando numerosi reportage per la stampa italiana e internazionale. \xc8 co-regista del film Io sto con la sposa (2014) e autore di diversi libri, tradotti anche in spagnolo e in tedesco. Per Mondadori ha pubblicato Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori (2018).



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