Alessandro Pennacchio
"Cultcha"
Antimateria dell'infame carezza
Editrice Clinamen
www.clinamen.it
Con questa nuova raccolta di poesie e racconti l\u2019autore si inoltra in un territorio iper-reale e oscuro. Dominati dalla paura, dalla tossicodipendenza, dalle forme pi\xf9 subdole e pervasive del condizionamento di massa, i protagonisti del libro si muovono tra bisogno di amare, di credere, e perversione emotiva, possessione animalesca, pulsione criminale.
Pennacchio disegna onirici sentieri di sangue, di sperma, di alcool, di droga, calcati da omosessuali, drogati, prostitute, assassini, ladri, spacciatori, persone normali. Talmente normali che di volta in volta, e spesso tutt\u2019insieme in una volta, si fanno omosessuali, drogati, prostitute, assassini, ladri, spacciatori. Ma in queste stesse pagine, che certo non sono n\xe9 per anime belle n\xe9 per deboli di stomaco, si respira anche un\u2019aria di redenzione, una volont\xe0 di liberazione: la strenua lotta interiore per giungere a una comprensione di se stessi e del mondo, in grado di andare oltre gli schemi socialmente imposti e nei quali spesso l\u2019individuo resta prigioniero, incapace di cogliere l\u2019intima unit\xe0 e l\u2019autentica bellezza trascendente di ogni atto creativo umano.
Alessandro Pennacchio, nato a Varese nel 1971, ha pubblicato nel 1990, sul settimanale \xabVelveten\xb8, il racconto Avventure di Vega. Nel 1994 compaiono sul foglio anarchico \xabLa scarica dei Meno\xb8 quaranta sue poesie. Memoria chimica (1998) e Colazione da don Vito (2000) sono altre due raccolte dedicate al mondo estremo dei senza dimora, della emarginazione sociale e della tossicodipendenza.
IL POSTO DELLE PAROLE
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