Un permesso per vivere. Proibire non serve. Intervista con Livio Pepino.

Published: April 21, 2015, 10 p.m.

Permettere, anziché proibire. L'ultima strage nel Mediterraneo conferma che le politiche dell'immigrazione attuate finora e basate sul contenimento, limitazione, proibizione dell'immigrazione non servono a realizzare l'obiettivo per cui sono state decise. “Le frontiere non sono mai state così chiuse – ha raccontato a Le Monde un politologo belga, Francois Gemmene – e ciononostante non ci sono mai stati così tanti migranti”. Perchè allora le politiche proibizioniste sembrano inscalfibili? Memos ne ha parlato oggi con Livio Pepino, ex magistrato, oggi co-direttore scientifico di Diritto, immigrazione e cittadinanza, una rivista trimestrale promossa dall'Associazione Studi giuridici sull'Immigrazione (Asgi) e da Magistratura Democratica. Pepino dà la seguente definizione di proibizionismo: «Il proibizionismo è una politica di stop agli ingressi degli stranieri in un territorio. In gran parte d'Europa e in Italia abbiamo politiche di stop “sostanziale”, perchè dal punto di vista formale sono concessi degli ingressi attraverso delle quote, anche se si tratta di quote molto ristrette». Livio Pepino è autore di un libro, appena uscito per i tipi di Edizioni Gruppo Abele, dal titolo “Prove di paure” che affronta anche le questioni dell'immigrazione.