Petrolio, prezzi di bassa stagione. Perchè sono crollati in questi ultimi mesi?

Published: Dec. 1, 2014, 11 p.m.

Un crollo di quasi il 40% in tre mesi: il prezzo del petrolio è sceso sotto i 70 dollari a barile. E' una delle cadute più precipitose degli ultimi anni. Perchè? Ugo Bardi, chimico fisico all'università di Firenze, racconta a Memos che il mercato e i prezzi del greggio si comportano un po' come il livello del mare prima di uno tsunami: «Si ritira, cioè i prezzi si abbassano, prima della tempesta». Quale sarebbe la tempesta in arrivo? «Il sistema – dice Bardi – non è in grado di sussistere a questi prezzi per un motivo molto semplice: una grande quantità di petrolio che si estrae oggi ha un costo elevato, di oltre 100 dollari al barile. E in un mercato con prezzi di circa 70 dollari nessuno può permettersi di vendere a lungo, rimettendoci». Cosa succede allora? «Che il prezzo non può stare per troppo tempo sui 70 dollari senza mandare in bancarotta una frazione consistente dei produttori di greggio». Ugo Bardi cura un blog (http://ugobardi.blogspot.it) che raccoglie analisi e studi sullo sfruttamento delle risorse e i cambiamenti climatici. Ospite a Memos oggi anche Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore. «La causa del calo dei prezzi del greggio è un eccesso di offerta rispetto alla domanda – dice Negri –, un eccesso dovuto anche alla forte presenza sui mercati, superiore alle aspettative, di shale gas e shale oil. Ma la caduta dei prezzi è frutto anche e soprattutto di una scelta politica: l'Opec, e cioè l'Arabia Saudita, insieme agli Stati Uniti hanno deciso da tempo di inondare i mercati di petrolio. In questo modo tengono nel mirino l'economia russa e quella iraniana, legate all'export di greggio. E, com'è noto, Russia e Iran sono due nemici di Washington, ma anche di Riyad».