Le volte che ho sognato il Portogallo
sono state ad ogiva, acute e crude,
tronfie di sonnolenza come vecchi
conventi manolini. Negli specchi
distorti, a Sintra, in un salotto giallo,
guardavo di traverso e ho scorto ignude
le troppe verità che ho, poi, scontato.
È così che si è aperto il grande iato
fra me e me: dapprima un’onda nera
soltanto, immensa e fosca, d’ossidiana,
ma, poi, parete dura, sorda. Fosse
come nei sogni la vicenda vera!
La mano stendo, infrange il muro, è frana:
rivivrà gloria di camelie rosse?
Testo di Gianluca Braschi (gb@cesena.cc)
Voce di Lorenzo Pieri (pierilorenz@gmail.com)